L'aria di casa è più inquinata di quella esterna: Depurarla può essere una soluzione.
L’inquinamento indoor si riferisce alla presenza di contaminanti fisici, chimici e biologici nell’aria degli ambienti chiusi di vita e di lavoro non industriali, in particolare, di tutti i luoghi confinati adibiti a dimora, svago, lavoro e trasporto. Con il termine indoor si intendono abitazioni, uffici pubblici e privati (ospedali, scuole, uffici, caserme ecc.), strutture commerciali (alberghi, banche), locali destinati ad attività ricreative e/o sociali (cinema, bar, ristoranti, negozi, strutture sportive), mezzi di trasporto pubblici e privati (auto, treno, aereo, nave ecc.).
La qualità dell’aria indoor è influenzata dalla presenza di fattori di inquinamento ambientali: gli arredi possono assorbire alcune sostanze chimiche nocive durante i processi di produzione, verniciatura e pulizia, per riemetterle in seguito. In condizioni di cattiva gestione e manutenzione, essi possono agire come serbatoi per muffe, allergeni e acari della polvere. Materassi, cuscini, divani, poltrone, tappeti, moquette, tendaggi, pupazzi di peluche e in generale qualsiasi superficie tessile, a causa delle loro caratteristiche, sono i luoghi dove si annida più facilmente la maggior parte dei contaminati biologici. Nei cuscini e nei materassi, ad esempio, si annidano acari che trovano le giuste condizioni ambientali per la loro crescita (20°-30° C e 70% di umidità), nutrendosi delle scaglie di pelle. Un’elevata umidità può poi determinare anche la formazione di muffa e la crescita dei batteri. Stufe e camini normalmente producono, con la combustione, sostanze inquinanti, tra cui: monossido di carbonio, biossido di azoto e biossido di zolfo. Se si nota del fumo, la presenza di fuliggine sulla mobilia all’interno della stanza e si sente un odore costante di fumo; la stufa e il camino non stanno funzionando correttamente e stanno scaricando sostanze inquinanti derivate dalla combustione nell’aria indoor. Nelle vernici e nelle pitture, invece, si trovano solventi, metalli pesanti, materie rinforzanti e colle che provocano allergie e problemi respiratori.
Ma esistono anche fonti di inquinamento indoor legate agli stili di vita: pensiamo al fumo passivo, ossia all’esposizione involontaria al tabacco. Nell’adulto, essa provoca un eccessivo rischio di tumore al polmone, malattie croniche, ictus cerebrale, esacerbazione di asma, broncopatia cronica ostruttiva. L’esposizione del bambino e/o della madre in gravidanza al fumo passivo, comporta invece il rischio di otite media, asma bronchiale, sindrome di morte improvvisa del lattante, basso peso alla nascita e disturbi alla respirazione. I detergenti per la pulizia dei locali, per indumenti, per lavastoviglie e per l’igiene personale possono provocare irritazioni cutanee, prevalentemente nelle mani e negli avambracci, così come pericolosi sono i prodotti disinfettanti utilizzati per allontanare o uccidere gli insetti e i parassiti. Anche i cosmetici rappresentano un serio pericolo sia ambientale che per la salute: il talco può provocare talcolosi, i prodotti per colorare i capelli possono causare dermatiti, i trucchi possono contenere metalli pesanti, mentre gli smalti per unghie sono altamente infiammabili.
Le fonti dell’inquinamento indoor, nemiche dell’ecologia e dell’ambiente, possono essere: agenti inquinanti chimici (forma gassosa, liquida o solida), biologici o fisici. Tra gli agenti chimici: il monossido di carbonio, il formaldeide, l’ozono, l’amianto, i pesticidi, i composti organici volanti. Tra gli agenti inquinanti biologici: acari, allergeni di animali domestici, batteri, virus e muffe; mentre l’inquinamento causato dagli agenti fisici corrisponde all’ inquinamento elettromagnetico, generato dall’uso di elettrodomestici. L’inquinamento indoor non va sottovalutato sia perché la maggioranza della popolazione trascorre fino all’80-90% del tempo in ambienti confinati, sia perché il rischio non è limitato a categorie selezionate per età e stato di salute, come nel caso dell’esposizione professionale, ma interessa la quasi totalità della popolazione, che comprende gruppi più suscettibili come bambini, anziani e persone già affette da patologie croniche (malattie cardiache, respiratorie, asma bronchiale, allergie). L’inquinamento indoor svolge un’azione irritante avvertita da soggetti predisposti (asmatici, bronchitici cronici e gli allergeni (acari, spore fungine e epiteli animali) possono causare sintomi soprattutto a carico dell’apparato respiratorio (asma e raffreddori) nei soggetti sensibilizzati. Il fumo del tabacco (attivo e passivo) e il radon, poi, aumentano notevolmente il rischio di sviluppare tumori. Infine, va segnalata l’intossicazione acuta da monossido di carbonio dovuta al malfunzionamento delle caldaie e degli scaldabagni domestici, che determina ogni anno numerosi decessi e ricoveri ospedalieri.
Per assicurare il contenimento dell’inquinamento dell’aria negli ambienti confinati, è necessario agire sia sul fronte comportamentale (incentivando nella collettività stili di vita più sani), che su quello tecnico/edilizio (ostruendo o ristrutturando edifici, rendendoli igienicamente sani). E’ necessario anche: non fumare in casa e areare spesso i locali per impedire il ristagno delle sostanze nocive; far si che l’umidità non superi il 40-50% per tenere sotto controllo muffe e acari; contribuire a ripulire l’aria con alcune piante (es. aloe, crisantemo, gerbera, giglio, ficus). Dato che bottiglie spray e spugne spesso introducono in casa componenti malsani, è corretto non unire prodotti acidi e basici, evitando la formazione di sostanze nocive…meglio, dunque, ricorrere a prodotti ecologici o a semplici ricette a base di aceto e bicarbonato di sodio per pulire la casa. L’abitudine di lasciare le scarpe fuori dalla porta d’ingresso eviterà di introdurre sul pavimento domestico le sporcizie finite sotto le suole, l’utilizzo di aspirapolveri con filtro d’aria HEPA tratterà gli acari e l’installazione di depuratori d’aria faciliterà il ricambio.
Inquinamento, polveri sottili, aria piena di sostanze tossiche e allergizzanti: il problema non riguarda solo gli esterni e le strade delle grandi città ma anche le nostre case.
Nell’intimità domestica, dove ci sentiamo così sicuri, si nascondono dei pericoli legati spesso alle nostre cattive abitudini, pericoli che non sempre si vedono e si percepiscono. Rendere la nostra casa un ambiente più salubre non è però un’impresa impossibile. Basta usare alcune accorgimenti fin dall’inizio, da quando cioè tinteggiamo le pareti e compriamo i mobili.
Bando al caminetto. Riscalda, crea atmosfera e mette allegria. Purtroppo però il caminetto a legna è uno dei peggiori inquinanti a livello domestico anche se il tiraggio funziona: la combustione del legno produce un particolato che può raggiungere concentrazioni molto alte perché rimane sospeso e vi si attacca tutto quello che è presente nella stanza a livello di polveri e pulviscolo. Sarebbe quindi meglio evitarlo. Se quando si entra in casa sono già presenti caminetti e stufe, è bene effettuare almeno un controllo all’anno per assicurare il buonfunzionamento delle canne fumarie.
Limitare la formaldeide. Nella scelta delle pitture e delle vernici non bisogna pensare solo all’estetica ma anche alla salute scegliendo quelle meno inquinanti. Esistono delle pitture capaci di assorbire l’inquinamento. Le vernici sui mobili possono contenere degli inquinanti come la formaldeide: si riconosce per il caratteristico odore pungente che si libera quando si aprono le ante degli armadi nuovi; le emissioni di questo inquinante sono molto forti all’inizio ma tendono a decadere in un anno per cui è meglio evitare di cambiare i mobili troppo spesso. Un altro accorgimento è evitare di comprarli in località esotiche e nei mercatini perché materiali e vernici potrebbero contenere sostanze non salutari e non controllabili. Infine, anche se costano poco, sarebbe meglio evitare di acquistare i mobili in truciolato e compensato che tendono a sgretolarsi e contribuiscono a inquinare l’aria. Per evitare l’accumulo di formaldeide è bene scegliere con attenzione tende e tappeti avendo cura di arieggiare molto le stanze quando sono nuovi.
L’aria presente in atmosfera è una miscela di gas (ossigeno, azoto, anidride carbonica, vapore acqueo, argon ecc.), sono però presenti anche sostanze inquinanti sotto forma di minute particelle solide. Queste particelle hanno forma e dimensione diverse, con diametro compreso tra 0,1 e 100 µm, possono essere di origine minerale, vegetale o animale oppure essere microrganismi viventi. Il compito della filtrazione è di ridurre il più possibile la concentrazione di particelle e microrganismi a valori non dannosi alla salute. Le particelle non desiderate possono essere trattenute dai filtri attraverso il media filtrante (setto poroso) per effetto di quattro tipi di meccanismi elementari: effetto setaccio, intercettazione diretta, impatto per inerzia e deposito per diffusione. La risultante della combinazione di questi meccanismi stabilisce l’efficienza complessiva di un filtro per l’aria.
Classificazione:
La norma EN 779-2000 stabilisce una classificazione dei filtri in due gruppi: filtri per polvere grossa, gruppo G, per polvere fina, gruppo F, a seconda del valore di efficienza media i filtri sono poi suddivisi in classi di filtrazione con valore numerico da 1 a 9.
La norma EN 1822 del 1998 definisce la classificazione dei filtri assoluti, vengono divisi sostanzialmente in due gradi HELPA (H) o ULPA (U), il grado H va da H10 a H14, mentre gli U vanno da U15 a U17.
Metodi di prova dei filtri per aria e loro classificazione
Le norme di riferimento per la classificazione dei filtri per aria sono la EN 779 : 2005 (filtri per ventilazione generale) e la EN 1822 : 2002 (filtri assoluti HELPA ed ULPA).
I filtri per ventilazione generale sono suddivisi in due categorie:
filtri per polveri grossolane G
filtri per polveri fini F
I filtri per polveri grossolane G sono sottoposti a una prova di tipo gravimetrico, ovvero l’efficienza di filtrazione è legata al rapporto di prova tra la massa di polvere trattenuta dal filtro in relazione alla massa iniettata a monte (efficienza in massa o arrestanza). I filtri per polveri fini F sono provati con un metodo di conta particelle (di dimensione prossima allo 0,4 my), ovvero l’efficienza di filtrazione è legata al rapporto tra il numero di particelle a valle del filtro in relazione al numero di particelle iniettate a monte. In entrambi i casi l’arrestanza o efficienza in base alla quale si classifica il filtro è calcolata come media sulla vita dell’elemento stesso, simulando artificialmente l’invecchiamento.
I filtri ad altissima efficienza sono specifici per ambienti particolari come ad esempio le sale opertorie e i laboratori a contaminazione controllata. Ogni filtro deve essere fornico con proprio certificato.
E' possibile migliorare l'aria degli ambienti in cui si vive installando degli appositi purificatori, modificando i filtri dei Venticonvettori (fan coil) già installati, facendo la giusta manuntenzione ai condizionatori presenti nelle vostre case. Per ogni chiarimento non esitate a contattarci.